sabato 25 febbraio 2012

REFERENDUM CONTRO LA CACCIA IN PIEMONTE, CON TANTO DI POLEMICHE

Cari Amici,
in Piemonte, il Governatore leghista Cota, ha indetto il referendum regionale sulla caccia, che vorrebbe imporre norme severissime e pesanti limitazioni all'attività "sportiva" venatoria. 
Le firme per il referendum sono state raccolte, pensate, ben venticinque anni fa! Nel 1987, oltre 60.000 firme chiedevano il referendum per limitare il numero delle specie da cacciare, che sono quattro: lepre, faggiano, cinghiale e colino della Virginia. Ma siccome nel frattempo questo è stato protetto da una norma europea, le specie da cacciare si ridurrebbero alle prime tre.
Inoltre si richiede l'abolizione dei privilegi che da sempre hanno avuto le aziende venatorie, dove, in territori protetti, hanno sempre cacciato molti più capi rispetto ai territori dove la caccia è libera.
Ora, questa sarebbe una buonissima notizia. Se non fosse per la solita furberia dei politicanti e amministratori disonesti, che decidono di non far accorpare i referendum alle amministrative previste per la primavera. Perciò per il referendum si andrà a votare il 3 giugno, consentendo così lo spreco di centinaia di migliaia di euro. Infatti, per non far raggiungere il quorum, si è sempre deciso di non accorpare i referendum ad altre votazioni, magari alle amministrative comunali, provinciali o regionali. Una furberia che, ripeto, costerà centinaia di migliaia di euro. Solo per cercare di non far raggiungere il quorum.
E NOI PAGHIAMO!

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